COMPENSO SOLO A RISARCIMENTO OTTENUTO
Incidente mortale in moto: risarcimento danni Monza
Domenica 24 febbraio 2013 «Il Giorno», «Il Giornale di Merate» e «Merate online» pubblicano un articolo sul patteggiamento dell’automobilista che provocò la morte di Claudio Ghezzi, 38 anni, operario di Lomagna (LC). Per il risarcimento danni incidente mortale i familiari si sono rivolti alla sede Giesse di Monza.
Il Giorno
Patteggia 1 anno e 6 mesi per la svolta killer: durante l’inversione di marcia aveva ucciso un centauro
Ha ucciso un motociclista e ne ha ferito un altro, tagliando loro la strada per effettuare un’inversione. L’automobilista che lo scorso 16 giugno, lungo la ex-Ss 36 a Cernusco Lombardone, ha tagliato la strada a Claudio Ghezzi, 38 anni di Lomagna, morto poco dopo il trasferimento in ospedale, e ad un secondo centauro di 54 anni di Gorlago, ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione, pena poi sospesa.
Il Gup lo ha inoltre condannato a non poter più guidare per 12 mesi con la sospensione della patente. L’uomo, che era al volante di una Nissan Qashqai, era in coda lungo la trafficata provinciale in prossimità dell’incrocio con la Sp 54. A bordo del Suv si trovava anche la moglie e la figlia giovane. Improvvisamente ha deciso di tornare indietro per raggiungere il vicino centro commerciale Esselunga, come ha raccontato lui stesso ai carabinieri subito dopo lo schianto: «Volevo tornare indietro», riportano i verbali del tragico sinistro.
Senza pensarci troppo, nonostante il divieto di svolta segnalato sia dalla doppia linea bianca continua sull’asfalto sia dai cartelli segnaletici, ha sterzato per immettersi sull’altra corsia, proprio mentre in sella alla sua Honda Hornet stava arrivando il brianzolo insieme ad un amico ai comandi una potente Bmw. L’impatto è stato inevitabile nonostante i tentativi di frenata e la velocità ridotta. Ma soprattutto è stato devastante, perché per il 38enne purtroppo non c’è stato nulla da fare, mentre almeno il 54enne bergamasco se l’è fortunatamente cavata con la frattura di un braccio e altri traumi minori.
«Entrambi non avrebbero potuto in alcun modo evitare l’imprevedibile manovra dell’automobilista», ha certificato il perito agli esperti della Giesse Gestione Sinistri di Monza, società specializzata in risarcimento danni e responsabilità civile a cui si sono rivolti i familiari della vittima per ottenere giustizia e un congruo indennizzo.
Giornale di Merate
Provocò incidente mortale, patteggia la pena
Il Gup di Lecco ha ammesso la richiesta di patteggiamento a un anno e 6 mesi di reclusione, pena sospesa, con sospensione della patente per 1 anno, presentata dai legali di A.S., l’automobilista che il 16 giugno dell’anno scorso provocò la morte di Claudio Ghezzi, 38 anni, operaio di Lomagna, e il ferimento di M.C., 54 anni di Gorlago. Entrambi quel pomeriggio stavano percorrendo in sella alle rispettive moto via Spluga a Cernusco, quando all’altezza del Maxi Sport si videro piombare davanti un Suv in manovra.
L’automobilista, in coda al semaforo rosso, dietro una lunga fila di auto, decise all’improvviso di eseguire una inversione a U, nonostante l’evidente divieto e la gran mole di traffico. «Volevo tornare indietro per raggiungere l’Esselunga, così ho deciso di rigirarmi» dichiarò ai Carabinieri di Merate poco dopo aver causato il tragico incidente. Il tempo di iniziare la manovra, però, e sull’altra corsia sopraggiunsero le due moto. Entrambe, una dopo l’altra, si schiantarono senza via di scampo contro la fiancata del Suv.
Un urto violentissimo nel quale il primo motociclista, M.C., se la cavò con un paio di fratture a un braccio. Andò peggio a Ghezzi, che morì poco dopo l’arrivo al Mandic di Merate a causa di una serie di gravissimi traumi interni. I suoi familiari si sono in seguito affidati alla Giesse Gestione Sinistri di Monza, società specializzata in risarcimento danni e responsabilità civile. Per fare ulteriore chiarezza nell’incidente, la Procura dispose anche l’autopsia sul corpo, da cui non emerse nulla di anomalo, e un accertamento tecnico affidato all’ingegnere Domenico Romaniello, le cui conclusioni non hanno lasciato spazio a dubbi: «Entrambi i centauri non avrebbero potuto in alcun modo evitare l’imprevedibile manovra dell’automobilista», si evince dalla definizione del perito.