Il pm Emanuela Costa ha chiesto il rinvio a giudizio di 5 persone, coinvolte a vario titolo nella tragedia del 1 ottobre 2018 quando una mamma con i suoi due figlioletti furono travolti da un’ondata di fango e detriti sulla strada provinciale nei pressi di San Pietro Lametino.
L’udienza preliminare è stata fissata per il 14 settembre 2021 quando dovranno comparire davanti gup del Tribunale di Lamezia Terme, Antonio Condello, 51 anni di Curinga, imprenditore agricolo, Floriano Siniscalco, 51 anni di Girifalco, dirigente della Provincia di Catanzaro, nonché Francesco Paone, 61 anni di Lamezia Terme, Giovanni Antonio Lento, 61 anni di Lamezia Terme e Cesarino Pascuzzo, 63 anni di Lamezia Terme, tutti e tre dipendenti della Provincia di Catanzaro.
Antonio Condello, proprietario del fondo nonché titolare dell’azienda agricola, è accusato di aver scaricato detriti, fango e acqua meteorica sulla strada provinciale 113; Siniscalco e Paone, dirigenti del settore “Trasporti e Viabilità” della Provincia non avrebbero messo in atto tutte le opere che avrebbero potuto evitare gli sversamenti di acqua e fango lungo la provinciale e per non aver segnalato ai competenti organi di polizia di verificare se gli interventi straordinari effettuati negli anni 1999 e 2006 avessero risolto il problema (controlli fatti eseguire, invece, dopo il 2018, solo a seguito dell’incidente).
Giovanni Antonio Lento, Cesarino Pascuzzo, della vigilanza stradale, non avrebbero mai informato i loro responsabili del persistere della problematica dello sversamento di acque meteoriche e detriti dai terreni limitrofi alla provinciale.
Sono dunque passati oltre due anni e mezzo da quel drammatico 4 ottobre del 2018, giorno in cui persero la vita lungo la strada provinciale 113 Stefania Signore, 30enne di Gizzeria Lido, e i suoi figlioletti Christian e Niccolò.
Una tragedia che ora vede indagati a vario titolo cinque persone, mentre il marito di Stefania e padre di Christian e Niccolò, Angelo Frija, assistito da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in incidenti stradali mortali, è stato rappresentato in questa fase di indagini penali dagli avvocati Antonio Perri e Michele Liuzzo.
La sera del 4 ottobre 2018, verso le 20.15, Stefania è a bordo della sua Alfa Mito in compagnia dei suoi figlioletti, Niccolò di due anni e Christian di sette, sta percorrendo la provinciale 113, dirigendosi da San Pietro a Maida verso San Pietro Lametino.
Tornano a casa dopo aver trascorso il pomeriggio dai nonni perché la mamma lavora al call center, è buio, la pioggia è battente e la strada comincia ad allagarsi.
Ad un certo punto, nei pressi del chilometro 5, Stefania perde il controllo dell’auto e sbanda fermando la sua corsa di traverso rispetto alla carreggiata e con parte sinistra della Mito esposta al deflusso dell’acqua.
L’auto è di traverso e la donna nota che l’acqua sta entrando nell’abitacolo, è spaventata, il buio e la pioggia la disorientano. Istintivamente cerca di mettere al sicuro i suoi due bimbi abbandonando il veicolo e uscendo dalla portiera sul lato del passeggero.
Appena si allontanano di qualche metro, il forte flusso d’acqua travolge tutto violentemente e l’auto, Stefania e i due piccoli si perdono tra il fango e i detriti. I corpi di mamma e figlio maggiore vengono ritrovati esanimi di lì a poco, mentre il corpicino del piccolo Niccolò viene rinvenuto solo il 12 ottobre, coperto di fango, a cinquecento metri di distanza dal luogo dell’incidente.
«Il fatto che, finalmente, si sia giunti alle richieste di rinvio a giudizio, è un primo passo per l’accertamento della verità dei fatti – dichiara papà Angelo – attenderò ora con fiducia l’esito del procedimento, nella speranza che chi ha sbagliato paghi per i suoi errori, per il rispetto che si deve a mia moglie e ai miei figli, che non ci sono più».
«Nella drammaticità estrema di questo caso – afferma Bruno Marusso di Giesse – abbiamo la soddisfazione di aver ricevuto la conferma delle tesi sostenute dai nostri consulenti».
Articolo de “Il Quotidiano del Sud“