Incidente stradale Bergamo: rinvio a giudizio per morte motociclista

Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Bergamo. 

La richiesta del rinvio a giudizio, formulata dal pm nei confronti dell’automobilista che causò l’incidente stradale a Bergamo, in cui morì il motociclista Filippo Giordano, viene riportata sui quotidiani “Corriere della sera” e “L’eco di Bergamo“.

Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in risarcimento a seguito di incidenti stradali, assiste i familiari della vittima.

Motociclista morto. Il pm: «L’investitore aveva preso droga»

Non mancavano molti chilometri e Filippo Giordano sarebbe arrivato al lavoro. Di Capriate, 54 anni, alla Aesys di Seriate lavorava come magazziniere.

Ci stava arrivando sulla sua Honda Shadow 6oo, con gli adesivi con i teschi sul serbatoio, quando dopo l’uscita di Bergamo in A4 è stato tamponato e trascinato per cento metri.

Per la sua morte, il 13 ottobre scorso, Angelo Mario Carillo, cinquantenne di Novate Milanese, è imputato di omicidio stradale con l’aggravante di essersi messo alla guida «in stato di alterazione psicofisica determinata dall’ assunzione di cocaina e cannabinoidi», contesta il pm Paolo  Mandurino, sulla base del referto dell’ospedale, chiedendo il giudizio immediato (udienza il 15 febbraio).

L’automobilista non stava superando i limiti, ma secondo il pm la velocità non era adeguata alle condizioni del traffico, all’ora di punta. Cercato, non è stato possibile parlare con il suo avvocato Paolo Barbaro di Milano.

Quella mattina, i camionisti e gli automobilisti che avevano assistito alla scena si erano fermati, avevano sollevato l’auto per liberare il motociclista dal peso anche della sua moto, ma non c’era nulla da fare.

Originario di Messina, Filippo Giordano, due figli, a Capriate viveva in via Trieste con la moglie Angela Bonanno, siciliana anche lei. In paese abitano anche i genitori.

La famiglia, compresi i due fratelli e la sorella, è assistita da Giesse Risarcimento Danni, specializzata nei casi di incidenti stradali.

«Il prolungarsi dei processi genera molta sofferenza nei familiari, costretti a rivivere ad ogni udienza il dramma della perdita del proprio caro – commenta Fernando Rosa di Giesse -. Grazie al giudizio immediato è possibile ridurre drasticamente i tempi e saltare anche l’udienza preliminare. Plauso alla procura che, nonostante l’emergenza sanitaria, è stata celere ed efficiente».

Articolo del “Corriere della sera

Motociclista morì. Conducente dell’auto finisce a processo

Finirà a processo il 15 febbraio A.C. 50anni, di Novate Milanese, l’automobilista che aveva travolto un motociclista di 54 anni, causandone la morte. L’uomo deve rispondere di omicidio stradale aggravato dal fatto di essersi messo alla guida della sua Fiat 500X «in stato di alterazione psicofisica determinata dall’assunzione di sostanze stupefacenti, in specie cocaina e cannabinoidi», recita il capo di imputazione.

L’incidente era accaduto alle 7,50 del 13 ottobre in A4, nel territorio di Bergamo, direzione Venezia, mezzo chilometro dopo il casello. Vittima Filippo Giordano, operaio di Capriate San Gervasio che a quell’ora stava raggiungendo il posto di lavoro in un’azienda di Seriate con la sua Honda Shadow 600.

Viaggiava in seconda corsia, quando alle sue spalle era sopraggiunta la Fiat 500X di A.C. L’automobilista procedeva nei limiti consentiti (130 km all’ora in quel tratto), ma – stando a quanto contesta il pm Paolo Mandurino – «senza regolare la velocità in relazione alle condizioni di circolazione del traffico».

Fatto sta che il cinquantenne non s’era avveduto della moto. L’urto non era stato particolarmente violento, tuttavia era risultato sufficiente a provocare la caduta di Giordano e della sua Shadow, finiti sotto la vettura e trascinati per un centinaio di metri. L’operaio ero morto all’istante.

Per estrarre il corpo, rimasto incastrato sotto la 500, erano intervenuti i vigili del fuoco. A. C. era stato sottoposto a prelievo del sangue, nel quale erano risultate tracce di sostanza stupefacente che gli sono costate la contestazione dell’aggravante. Ora l’uomo ha una quindicina di giorni per avanzare richiesta di giudizio abbreviato o patteggiamento.

I familiari della vittima si sono affidati a «Giesse Risarcimento Danni», gruppo specializzato nell’assistenza legale e nella gestione di casi ili incidente mortale. «Il prolungarsi dei processi genera molta sofferenza nei familiari, costretti a rivivere a ogni udienza il dramma della perdita del proprio caro – sottolinea Fernando Rosa di Giesse -. Grazie al giudizio immediato è possibile ridurre drasticamente i tempi, un plauso dunque alla Procura che, nonostante le complicazioni dovute all’emergenza sanitaria, è riuscita a dimostrarsi celere ed efficiente».

Articolo de “L’Eco di Bergamo

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