Risarcimento danni dal Comune per incidente stradale

 

Il 26 giugno 2020 i quotidiani “Corriere delle Alpi” e “Il Gazzettino” di Belluno hanno pubblicato un articolo relativo ad una sentenza della Corte d’Appello di Venezia, la quale stabilisce che il Comune deve risarcire una donna caduta nel torrente con la sua auto a causa del ghiaccio sulla strada e della mancanza di barriere protettive.

La donna si è affidata a Giesse Risarcimento Danni per far valere le proprie ragioni.

Ghiaccio e nessuna barriera il Comune pagherà i danni

L’auto era sbandata finendo nel Ligont: la mancata salatura pesa sulla sentenza

La causa civile di una donna è stata decisa dalla Corte d’Appello di Venezia

 

Non c’era sale per il ghiaccio. E non c’erano neanche barriere protettive in via Sant’Anna, all’altezza del torrente Ligont. Il Comune di Feltre dovrà pagare alcune decine di migliaia di euro di risarcimento danni a E.C., la donna che il 7 gennaio 2011 era uscita di strada con la sua Toyota Yaris, finendo nel corso d’acqua e riportando lesioni guaribili in una ventina di giorni.

Tre anni fa la causa civile era stata rigettata dal giudice civile del Tribunale di Belluno, Angela Feletto. Ma la quarta sezione civile della Corte d’Appello di Venezia ha ribaltato la sentenza, ritenendo responsabile il Comune, che dovrà pagare anche 10 mila euro di spese di lite, oltre agli avvocati di fiducia Antonella Calabro e Paolo Perera.

La motivazione, che ha dato ragione ai legali di Giesse Risarcimento danni, sta nel fatto che il Comune non si era preoccupato di spargere il sale su quel tratto di strada e non l’aveva messo in sicurezza, dotandolo di guard rail. Solo un anno dopo erano stati sistemati due parapetti, anche perché la stessa mattina aveva perso la vita Walter Biesuz, un 44enne di Soranzen, che era a sua volta finito nel Ligont su una Golf.

Nel processo penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, due dipendenti comunali erano stati assolti dallo stesso giudice Feletto, perché il fatto non sussisteva: Bruno Fontana all’epoca dell’incidente era dirigente dei Lavori pubblici da pochi giorni, mentre Giuseppe D’Incau ricopriva il ruolo di responsabile delle Manutenzioni: «La nostra assistita, oltre all’enorme spavento, se l’è cavata con delle lesioni lievi», sottolinea Claudio Dal Borgo della Giesse, «nell’incidente però, la macchina è andata completamente distrutta e sia i danni materiali che quelli fisici andavano risarciti.

Da dire che è stata lei ad accorgersi della presenza dell’altra auto con dentro Biesuz».La magistratura ha dato la colpa al Comune, tanto per cominciare, sulla base di un rapporto di custodia. Esaminando i rilievi della Polizia locale e risentendo le testimonianze, è stato possibile accertare che quel tratto di via era ghiacciato, soprattutto ai margini. Uno dei soccorritori ha dichiarato che il ghiaccio scricchiolava. Eppure gli addetti non avevano provveduto alla salatura. «Valutazioni soggettive», sottolinea la Corte, «nonostante le basse temperature costanti e tipiche del periodo e la presenza di lieve pioggia che favoriva la formazione di ghiaccio al suolo».La zona è di per sé pericolosa, anche per l’intersezione con una strada privata.

Il Comune di Feltre ha sostenuto l’inesistenza di un obbligo di collocare delle barriere protettive: «Tale affermazione contrasta con la circostanza che la strada era comunque aperta al pubblico transito e che la situazione di pericolo da precipitazione era evidente al gestore della strada comunale», prosegue la sentenza, «è dunque provata anche in questo caso la responsabilità comunale». A carico dell’automobilista è stato attribuito soltanto un minimo concorso di colpa per non aver adottato una maggiore attenzione, mentre percorreva un tratto, che era noto per la sua pericolosità.

Leggi l’articolo sul sito del “Corriere delle Alpi

 

Finì con l’auto nel torrente: “La colpa è del Comune”

La sentenza d’Appello condanna l’ente a pagare i danni per l’incidente del 2011

Due vetture che erano in via Sant’Anna volarono nel Ligont per strada ghiacciata

 

Su quella strada mancavano la salatura contro il gelicidio e un guard rail: Comune condannato a pagare i danni alla donna finita con l’auto nel torrente Ligont. Ribaltata in secondo grado la sentenza pronunciata nel 2016 dalla sezione civile del Tribunale di Belluno che respinse la domanda di un’automobilista che chiedeva i danni al Comune per un incidente avvenuto sulla strada Sant’Anna, a Feltre, nel 2011.

LA RIVINCITA. La donna, C.E., venne addirittura condannata a risarcire le spese di lite al Comune per 3 mila 548 euro, perché secondo il primo giudice il ghiaccio quella mattina sarebbe stato un evento eccezionale, con conseguenze non evitabili dal Comune.

Di tutt’altro avviso la quarta sezione civile della Corte d’Appello di Venezia, che ha invece accertato la responsabilità del Comune sia per non aver correttamente sparso il sale sulla strada, sia per non aver messo in sicurezza il tratto dotandolo di guard rail (soltanto l’anno successivo all’incidente erano stati Inseriti due parapetti). Ora dovrà pagare i danni e le spese legali, ma l’ente con il proprio legale pensa al già ricorso in Cassazione. L’automobilista si è affidata a Giesse Risarcimento Danni di Belluno, gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti stradali.

GLI INCIDENTI. Era la mattina del 7 gennaio 2011 quando si verificarono gli incidenti sulla strada Sant’Anna a Feltre: due vetture uscirono di strada, finendo nel torrente Ligont. Il primo automobilista non ebbe scampo: era Walter Biesuz, 44 anni, di Soranzen di Cesiomaggiore (il processo penale per la sua morte si è concluso con assoluzione piena per 2 dipendenti comunali).

Alle 9, nello stesso punto con lo stesso copione (fortunatamente non con lo stesso epilogo), finì di sotto C.E. al volante della su auto. “Se l’è cavata con solo delle lesioni lievi – sottolinea Claudio Dal Borgo, responsabile della sede Giesse di Belluno – Nell’incidente, però, l’auto è stata completamente distrutta e sia i danni materiali sia le lesioni subite, andavano doverosamente risarciti”.

LA SENTENZA. “Nella sentenza – spiegano da Giesse in una nota – i giudici della Corte sottolineano come la responsabilità del Comune sia riconducibile in primis ad un rapporto di custodia”. “Per noi le responsabilità erano evidenti fin dall’inizio – conclude Dal Borgo – Anche se c’è voluto tempo per arrivare a un verdetto che si sarebbe potuto raggiungere rapidamente e senza bisogno di ricorrere alle vie legali, siamo molto soddisfatti che giustizia sia stata fatta”. A carico dell’automobilista è stato riconosciuto un minimo concorso di colpa, per non aver adottato maggior attenzione in un tratto di strada noto per la sua pericolosità.

Leggi l’articolo sul sito de “Il Gazzettino

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