Un anno e due mesi di reclusione e sospensione della patente per sei mesi.
È la pena patteggiata da Mario Banfi che aveva provocato un incidente mortale in via Rossini. L’epilogo del processo per omicidio stradale nella mattinata di mercoledì, presso il Tribunale di Monza.
L’8 novembre 2021 il seregnese di 54 anni era alla guida di una Land Range Rover: svoltò a sinistra per entrare nel parcheggio senza dare la precedenza a Giuseppe Cesana, che in sella alla moto procedeva nella direzione opposta verso corso Matteotti.
Il sinistro poco dopo le 7.30, all’altezza del civico 12. Lo schianto tra la monovolume e la moto, modello Triumph, era risultato fatale al centauro di Santa Valeria, deceduto poco dopo all’ospedale di Monza.
La sua famiglia, ancora provata per la tragedia, è stata assistita dai professionisti e dai legali fiduciari di Giesse Risarcimento Danni.
«Giuseppe Cesana procedeva a una velocità di circa 49 chilometri orari – spiega Fernando Rosa, responsabile di Giesse Risarcimento Danni per la provincia di Monza e Brianza – Al momento della svolta a sinistra dell’auto, stando alle ricostruzioni della pubblica accusa, il motociclista si trovava a 24 metri di distanza ed era quindi perfettamente avvistabile dal conducente della Land Range Rover».
La strada è rettilinea e il campo visivo, in giornate serene come quella dell’incidente fatale, si estende fino a novanta metri.
«La vittima non ha potuto fare nulla per evitare lo schianto – conclude Rosa – Ha provato a frenare, lasciando una striscia nera di sei metri sull’asfalto, ma ha avuto soltanto 1,8 secondi per accorgersi della manovra dell’auto e cercare di evitare l’impatto. Troppo poco: lo schianto è stato invitabile».
«Appare evidente che il sinistro sia stato determinato unicamente dalla condotta di guida del conducente dell’autovettura, per la sua manovra imprudente».
Effettuata «senza attendere che la carreggiata principale fosse completamente libera prima di procedere» si legge nella consulenza tecnica d’ufficio dell’ingegner Domenica Romaniello.
Il giudice di Monza ha accolto il patteggiamento di n anno e due mesi di reclusione, concordato tra difesa e pubblico ministero, e ha concesso la sospensione condizionale della pena.
Articolo de “Il Giornale di Seregno“