Undici mesi di reclusione con pena sospesa. Questa l’entità della pena patteggiata da Matt Jerome IV Batchelor, militare americano di 26 anni di stanza ad Aviano, nel procedimento a suo carico per omicidio stradale in seguito all’incidente mortale in cui perse la vita Silvia Portuesi, 52 anni, residente a Vajont.
I familiari della vittima, assistiti da Giesse risarcimento danni, hanno visto ricostruita durante l’udienza preliminare, tenutasi ieri nel tribunale di Pordenone, la dinamica di quella drammatica mattina.
Era la mattina del 13 luglio 2020 e Silvia Portuesi si era recata al lavoro a Vallenoncello con i mezzi pubblici, in quello che doveva essere uno dei pochi giorni in presenza previsti dall’azienda nel post-lockdown.
Ma non era quello il giorno in cui avrebbe dovuto lavorare: un errore nella lettura degli orari l’aveva costretta a tornare subito indietro, senza però avere a disposizione nell’immediato una corsa della corriera che la riportasse a casa.
Decise quindi di prendere l’autobus fino a Montereale e da lì proseguire a piedi. Mentre percorreva la banchina pedonale dell’ex provinciale 19, in territorio maniaghese, fu travolta da un pick-up guidato da un giovane che viaggiava in direzione della città del coltello e perse il controllo del mezzo. Nonostante gli immediati soccorsi, Silvia Portuesi morì sul colpo.
“Oggi la giustizia ha emesso il proprio verdetto – commentano Luca Infanti e Debora Rallo della sede Giesse di Pordenone – Come detto anche dalla famiglia Portuesi, per una distrazione l’incidente ha portato via una sorella, una figlia, una mamma. Non possiamo pensare che l’accaduto non abbia cambiato anche la vita del suo investitore”.
“Noi familiari – hanno detto i congiunti di Silvia – non vogliamo accusare o rivendicare nulla, ma semplicemente invitare tutti ad avere la massima prudenza quando si è alla guida di un mezzo, perché tutto può accadere in un attimo. Il dolore provato, invece, lascia un segno indelebile nei nostri cuori. Siete prudenti”.
L’investitore ha a sua volta scritto un messaggio di scuse alla famiglia.
Articolo de “Messaggero Veneto“