Tre anni, otto mesi e 20 giorni di reclusione e sospensione della patente per tre anni: questa la condanna per omicidio stradale inflitta a Matteo Maggioni, dopo il patteggiamento.
Il 32enne, residente a Carate Brianza, è l’autore dell’incidente stradale che costò la vita a Sofia Berto, la 25enne di Verano, travolta e uccisa sulle strisce pedonali nel giugno del 2020.
La ragazza stava attraversando su via Comasina, quando la sera del 3 giugno dell’anno scorso mentre tornava da una serata con gli amici è stata investita in pieno da un’auto, una «Volkswagen Golf», alla cui guida c’era il caratese, ubriaco, che percorreva il rettilineo ad una velocità superiore ai limiti consentiti.
Non I’ha vista e l’ha colpita in pieno caricandola sul cofano e scaraventandola a parecchi metri di distanza. Alcuni testimoni – udendo il forte botto erano subito accorsi, chiamando prontamente i soccorsi, che però nulla hanno potuto fare, se non constatare il decesso sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate.
Nell’udienza che si è svolta venerdì 29 ottobre, presso il Tribunale di Monza, il giudice Angela Colella ha accolto la richiesta di patteggiamento proposta dall’imputato.
I familiari della vittima, che lavorava come cameriera in un ristorante a Desio, sono stati seguiti da Gisse Risarcimento Danni, un gruppo specializzato in casi di omicidio stradale con sede anche a Monza.
Subito dopo il fatto, il pubblico ministero Michela Versini ha avviato un’indagine per chiarire la dinamica e le responsabilità dell’incidente. Grazie ai rilievi dei Carabinieri di Giussano, intervenuti tempestivamente sul luogo dell’incidente, alle testimonianze di chi ha assistito agli ultimi istanti di vita della giovane e alla perizia dell’ingegner Pierangelo Adinolfi, consulente tecnico nominato dal Pm, è stato possibile ricostruire quanto accadde quella notte.
Dalla perizia è emerso che il caratese, operaio, stava guidando ad una velocità compresa tra i 70 e gli 80 km all’ora mentre in quel tratto di strada il limite è di 50 km all’ora. L’incrocio era correttamente illuminato, il semaforo era lampeggiante e Sofia aveva già incominciato ad attraversare la strada.
Tutte situazioni per le quali il codice della strada impone agli automobilisti di procedere a velocità moderata e con particolare prudenza, rispettando le norme di precedenza.
Secondo il perito «una condotta di guida prudente e rispettosa delle norme del Codice della Strada avrebbe consentito al conducente dell’autovettura di evitare l’investimento». Dagli esami del sangue effettuati su Maggioni è inoltre risultato un tasso alcolemico di 1,79g/l, quindi molto oltre il limite di 0,5g/l concesso dalla normativa.
«Una vita troncata a 25 anni a causa di un guidatore ubriaco ha commentato Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse di Monza – ci troviamo ancora una volta davanti al binomio alcool e velocità come protagonisti indesiderati delle aule dei nostri tribunali. Nessuna famiglia meriterebbe di provare tale dolore a causa di chi mette in pericolo sé stesso e gli altri mettendosi al volante in condizioni pessime e sottovalutando le possibili conseguenze drammatiche delle proprie azioni».
Articolo del “Giornale di Carate“