È arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per il caso di Gosaldo, in Veneto. In quell’occasione, il boscaiolo Paolo Marcon, 59enne originario del Bellunese, è morto mentre prestava l’opera in un’azienda trentina del Primiero, travolto da un tronco e trasportato da una teleferica.
L”iniziativa penale è nelle mani del pubblico ministero Simone Marcon, che ha ritenuto di dover procedere contro F.D.S., 57 anni e titolare dell’impresa. A quest’ultimo viene contestato il reato di omicidio colposo.
L’udienza preliminare è prevista per il 13 dicembre alle 10.10 al tribunale di Belluno. I contorni giudiziari della vicenda investono anche le particolari modalità con cui Paolo stava lavorando per l’azienda trentina.
Il boscaiolo aveva appena cominciato il suo servizio: aveva iniziato quell’incarico solo da tre giorni e – sostiene l’agenzia di tutela Giesse Danni a cui la famiglia si è rivolta – non aveva un contratto regolare.
«Al datore di lavoro – spiega Alain Menel di Giesse – vengono contestati due articoli del decreto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il primo è quello di non aver dato un’informazione adeguata al lavoratore in materia di sicurezza, con riferimento ai rischi connessi alle mansioni di boscaiolo svolte».
A questo si aggiunge l’accusa di non avere osservato le procedure corrette sulla sicurezza. Cosa che, per l’accusa, giustificherebbe l’imputazione per colpa.
«In particolare – spiega ancora Menel – c’erano delle procedure standard da seguire durante le fasi di recupero del legname tramite teleferica. Prima dei comandi di tiro, ci si doveva accertare che tutti gli addetti ai lavori si fossero allontanati da quella zona, raggiungendo una posizione di sicurezza. Purtroppo, come ben sappiamo, non è stato così».
Il fatto risale alla primavera scorsa quando, durante la mattinata del 7 aprile, i boscaioli della ditta trentina si trovavano al lavoro in località “Tre Ponti”, vicino a Gosaldo, nella provincia di Belluno.
Paolo era impegnato nel taglio di una pianta quando un tronco agganciato alla teleferica poco distante si è staccato dalla sede in cui si trovava. Il pezzo di legno è finito contro una ceppaia, bloccandosi.
La resistenza ha messo in tensione la fune traente e inarcato quella portante. L’effetto è stato simile a quello di una fionda che dall’impianto ha sparato altri due tronchi verso sinistra.
I due pezzi di legno hanno colpito Paolo alla testa e alla schiena. L’intervento di soccorso si è dimostrato da subito arduo, dato il terreno impervio in cui il lavoratore si trovava.
Giunto sul luogo dell’accaduto, il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso. Grande appassionato di pesca, con la sua morte, Paolo Marcon ha lasciato la moglie e tre figlie.
Articolo del “Corriere del Trentino“