Sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo e omicidio stradale Renato Segatto, 63enne di San Donà, direttore dell’Area Tecnica lavori pubblici ed urbanistica del Comune di Jesolo, e Giuseppe Borin, 54enne di Jesolo, amministratore unico della Jesolo Patrimonio srl.
Segatto, secondo la pubblica accusa, aveva omesso di vigilare sull’operato della società concessionaria del servizio di manutenzione delle strade comunali (la Jesolo Patrimonio, appunto).
Mentre Borin non aveva approntato i necessari interventi di manutenzione in via Pirami dove si erano prodotti una serie di cedimenti del tratto stradale in cui la sera del 26 marzo 2014 il ventunenne Emarket “Marco” Dragoti ebbe un gravissimo incidente con la moto, tanto che spirò cinque giorni dopo.
Il giudice, nonostante la sentenza di condanna del Tribunale civile, già passata in giudicato, non ha ravvisato responsabilità penali in capo ai due imputati e li ha assolti.
Giesse Risarcimento Danni ha assistito la famiglia accompagnandola con il proprio legale, l’avvocato Chiara Bidon, nelle varie fasi processuali.
«Siamo delusi e sconfortati – commenta il padre, Fadil Dragoti – Certo, nemmeno una sentenza di condanna ci avrebbe riportato indietro nostro figlio e niente potrà mai lenire il nostro dolore che è ancora fortissimo ma ci aspettavamo, dopo l’esito della causa civile, anche una condanna penale.
Marco era un ragazzo d’oro e ci manca tantissimo, ma il suo pensiero ci accompagna in ogni cosa che facciamo. Questa sentenza rende tutto più doloroso e difficile».
I due funzionari erano accusati di omicidio colposo e omicidio stradale e la Procura aveva chiesto due anni di carcere a testa.
Stando alla tesi dell’accusa Borin e Segatto non avevano portato avanti «le necessarie opere di manutenzione ordinaria» di via Pirami «laddove – si legge nel capo d’imputazione – si erano prodotti una serie di cedimenti del tratto stradale, tali da determinare vere e proprie buche».
Una ricostruzione che le difese, affidate ai penalisti Rodolfo Marigonda e Fabio Moretti – hanno ribattuto su ogni punto spiegando come gli stessi vigili urbani, compreso l’agente intervenuto dopo l’incidente e un altro vigile residente in zona e andato in pensione da poco, hanno escluso durante le loro testimonianze che la strada presentasse buche, perché si era intervenuti più volte con rappezzi a colmarle.
Hanno anche detto che la strada non risultava pericolosa e che mai avevano ricevuto segnalazioni al riguardo.
Articolo de “Il Gazzettino“