Fu travolto da un camion: il ponte dedicato al 18enne
La passerella ciclo pedonale è stata intitolata a Simone Della Vella, morto nel 2012
Una connessione tra il passato e il futuro, un vero e proprio ponte per collegare, anche e non solo in modo simbolico, le istituzioni e i cittadini. La passerella ciclopedonale tra Monza e Brugherio, per volere delle Amministrazioni comunali non sarà mai inaugurata con una cerimonia. Perché legata all’opera – sofferta e realizzata sforando il tetto dei 680 mila euro, oltre ai tempi più lunghi di quelli previsti – c’è il ricordo di una tragedia, quella vissuta dai famigliari del 18enne brugherese Simone Della Vella, morto nel 2012 proprio in quel punto dove ora c’è la rampa.
Un gesto, però, le Giunte brugheresi e monzesi l’hanno voluto con forza: l’intitolazione del sovrappasso a quel giovane sfortunato. Sabato mattina, infatti, i primi cittadini Marco Troiano e Dario Allevi, insieme agli assessori Simone Villa e Pierfranco Maffè, hanno svelato la targa in memoria di Della Vella. Un momento toccante, che è stato l’occasione per rivivere quel drammatico giorno, ma anche per smorzare le polemiche che da sempre, su quell’opera pubblica aleggiano.
«Simone era uscito per andare a consegnare un curriculum – ha raccontato Francesco Della Vella, il padre – Quella di mio figlio è la storia di tanti giovani volenterosi. Un 18enne che aveva un futuro davanti, una storia da scrivere, dei sogni. Sogni spezzati quella triste mattina, quando un camion l’ha investito». Quel dramma di sei anni fa, fu anche il “motore” per una importante mobilitazione popolare.
Risale proprio a quegli anni, infatti, il grande impegno del comitato di Sant’Albino, che non mancò di “bloccare” il vialone pur di ribadire l’importanza di modificare la viabilità e la connessione tra Monza e il quartiere “al di là” del canale. L’iniziativa non passò inosservata: l’allora Amministrazione monzese prese in considerazione l’idea di realizzare il ponte. Ma per la consegna alla cittadinanza si è dovuto attendere fino a quest’anno.
“É stata una genesi difficile – ha spiegato il vicesindaco di Monza, Simone Villa – Abbiamo fatto fronte a problemi e mancanze, ci siamo inventati risorse per completarla e necessiterà di attenzioni e manutenzioni. Se solo la scorsa Giunta avesse ascoltato i suggerimenti della Consulta di quartiere, questa passerella avrebbe meno problemi. Come la staccionata che corre lungo il sovrappasso: sarà necessario mettere una paratia”.
Ai piedi della passerella è stato creato un angolo per la targa dedicata al 18enne. A impreziosirla, fiori e piante, che in futuro verranno irrigate attraverso un impianto ancora da installare. E se da un lato i famigliari si dicono soddisfatti per la parola mantenuta dall’Amministrazione comunale per l’intitolazione dell’opera pubblica, dall’altro lato, per quanto riguarda gli aspetti giudiziari della vicenda che ha colpito la famiglia, c’è ancora un po’ di amarezza.
A sei anni dall’incidente, infatti, e dopo la condanna del 2014 per negligenza, imprudenza e imperizia, riconosciuta dal giudice Elena Sechi del Tribunale di Monza, e la sentenza confermata lo scorso 17 maggio dalla Corte d’Appello di Milano, non si può ancora mettere la parola “fine” alla tragedia che ha colpito la famiglia. “Siamo soddisfatti che la sentenza di primo grado sia stata confermata anche dalla Corte d’Appello- ha sottolineato Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse di Monza al quale si sono affidati i familiari di Simone – attendiamo ora il termine dei 45 giorni per il deposito della motivazione da parte della Corte”.