Incidente mortale a Treviso: sentenza storica della Cassazione

Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale a Treviso. 

Il pronunciamento della Corte di Cassazione riguardo all’incidente stradale mortale a Treviso, in cui un bambino fu investito e ucciso dal nonno mentre faceva manovre con il camper, viene riportata sui quotidiani “Il Gazzettino” e “La Tribuna di Treviso“.

Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in risarcimento a seguito di incidenti stradali mortali, assiste i familiari del bambino ed è riuscito a ottenere dalla Cassazione una sentenza storica che assicura un risarcimento anche per gli incidenti stradali che avvengono in luoghi privati.

Bimbo investito: l’assicurazione paghi

Venne travolto dal camper guidato dal nonno: il mancato risarcimento del danno non può essere ritenuto valido

Un pronunciamento destinato a fare giurisprudenza. I nove giudici della suprema Corte di Cassazione, a sezioni unite, hanno infatti accolto l’appello presentato dai familiari di Daniele Peresano, il bimbo di Anzano di Cappella Maggiore che nel maggio del 2008 perse la vita dopo esser stato travolto dal nonno, per un tragico quanto sfortunato errore, durante una manovra con il camper all’interno del giardino di casa.

Dopo 13 anni di una lunga ed estenuante battaglia giudiziaria, i familiari del piccolo hanno ottenuto giustizia. Assistiti dal gruppo Giesse Risarcimento Danni e dal loro legale di fiducia, l’avvocato Alessandro Gracis, i genitori di Daniele hanno ricevuto ieri la notizia della vittoria in Cassazione.

I magistrati che coordinano il più alto grado della giustizia italiana hanno infatti riconosciuto che non può essere ritenuto valido il mancato risarcimento del danno da parte di una compagnia assicurativa, nel caso specifico la Vittoria, sul presupposto che l’incidente era avvenuto su area privata.

Per questo motivo hanno “cassato” la sentenza che dava invece ragione alla compagnia assicurativa, rinviando a ulteriore decisione la Corte d’Appello di Milano, che dovrà ora tenere conto di questa indicazione, riformulando la sentenza a favore della famiglia Peresano.

«Si tratta di una pronuncia rivoluzionaria: grazie a questa decisione, da oggi (ieri, ndr) finalmente anche in Italia non solo questo incidente ma tutti quelli che avverranno in luoghi privati, come terreni e cortili, dovranno essere risarciti dalle compagnie assicurative dei veicoli coinvolti» spiega Claudio Dal Borgo, responsabile delle sedi trevigiane di Giesse Risarcimento Danni.

«Siamo fieri di aver strenuamente combattuto al fianco dei familiari del povero Daniele, contro una compagnia assicurativa come Vittoria che, fin dal primo giorno di è dimostrata totalmente insensibile a quanto accaduto. Da oggi non solo la famiglia Peresano, ma chiunque rimarrà purtroppo coinvolto in incidenti in loghi privati, avrà quanto meno la giustizia che merita».

La Corte di Giustizia europea, con una sentenza del 2014 in merito a un incidente in un cortile privato in Slovenia (un trattore in retromarcia finì per ferire una persona), aveva ribadito il principio giuridico secondo cui qualunque circolazione di un veicolo rientra nella nozione stessa di uso del veicolo. Ora anche l’Italia, con questa sentenza della Cassazione, si allinea alla normativa europea.

Articolo de “Il Gazzettino

Bimbo travolto e ucciso nel giardino di casa a Cappella Maggiore. La Cassazione: «L’Assicurazione paghi».

Tragedia del 2008, alla guida del camper c’era il nonno. «Danno da risarcire anche se l’incidente è in area privata».

La Cassazione obbliga a risarcire tutti gli incidenti su terreni e giardini privati. Una svolta nella giurisprudenza, in virtù di una sentenza sulla tragica morte di Daniele Peresano, il bimbo di Anzano di Cappella Maggiore, che nel maggio del 2008 perse la vita travolto dal nonno, per un tragicissimo errore, durante una manovra con il camper nel giardino di casa.

I 9 giudici della suprema Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, hanno accolto l’appello presentato dai familiari di Daniele. Dopo 13 anni di battaglia giudiziaria, con i familiari assistiti dal gruppo Giesse Risarcimento Danni e il legale fiduciario Alessandra Gracis, i magistrati che coordinano il più alto grado della Giustizia italiana hanno riconosciuto che non può essere ritenuto valido il mancato risarcimento del danno da parte della compagnia assicurativa Vittoria, sul presupposto che l’incidente era avvenuto su area privata.

Per questo hanno “cassato” la sentenza che dava invece ragione alla compagnia assicurativa, rinviando a ulteriore decisione la Corte d’Appello di Milano, che dovrà ora tenere conto di questa importante indicazione, riformulando la sentenza a favore della famiglia Peresano.

«Si tratta di una pronuncia rivoluzionaria: grazie a questa decisione, da oggi, finalmente anche in Italia non solo questo incidente ma tutti quelli che avverranno in luoghi privati, come terreni e cortili, dovranno essere risarciti dalle compagnie assicurative dei veicoli coinvolti – spiega Claudio Dal Borgo, responsabile delle sedi trevigiane di Giesse – Siamo fieri di aver strenuamente combattuto al fianco dei familiari del povero Daniele. Da oggi non solo la famiglia Peresano, ma chiunque rimarrà purtroppo coinvolto in incidenti in luoghi privati, avrà quanto meno la giustizia che merita».

Ferdinando Mometti, il nonno di Daniele, aveva allora 68 anni. Nel corso di una manovra errata col camper uccise il più piccolo dei suoi tre nipoti che lo aveva raggiunto mentre stava portando il mezzo fuori del garage. L’uomo veniva indagato; “una tragedia nella tragedia” la definì all’epoca il procuratore Antonio Foiadelli.

Una tragica fatalità, quell’incidente. Ma il percorso giudiziario successivo è stato defatigante. Nel 2019 veniva richiesto per la prima volta il parere delle Sezioni Unite della Suprema Corte. Questo il nodo: in Italia la responsabilità civile dei veicoli copre solo se l’incidente avviene durante la circolazione stradale su “strade pubbliche o a queste equiparate”, non in zone private, ma per la normativa europea, invece, il danno è riferito a «ogni spazio in cui il veicolo possa essere utilizzato in modo conforme alla sua funzione abituale». In questi giorni la risposta.

Articolo de “La Tribuna di Treviso

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