Con l’auto aveva investito e ucciso un ciclista seregnese: ha patteggiato nove mesi di reclusione, con pena sospesa. La decisione mercoledì mattina presso il Tribunale di Como, dove il gup Andrea Giudici ha accolto l’istanza di R.G.G., milanese di 82 anni.
Il 5 gennaio scorso, a Inverigo, con l’auto aveva travolto e ucciso il ciclista Mario Monti, 78enne del Ceredo. La disgrazia in mattinata.
La vettura aveva sfiorato un ciclista alle sue spalle e poi urtato l biciletta del seregnese, «che procedeva regolarmente tenendo la destra della propria corsia di marcia», come ha confermato il consulente tecnico del pubblico ministero, l’ingegnere Andrea Scialpi, nella ricostruzione della dinamica dell’incidente mortale.
Sul posto erano accorsi carabinieri, vigili del fuoco e sanitari del 118 ma le condizioni di Mario Monti erano apparse subito disperate. Traportato in elisoccorso all’ospedale San Gerardo di Monza, era morto poche ore dopo per la gravità delle lesioni riportate.
R.G.G. non si era nemmeno accorto dell’incidente, di cui lo avevano informato i carabinieri giunti sul posto. Con i militari dell’Arma l’anziano conducente si era giustificato dicendo di essere stato abbagliato dal sole e di aver perso il controllo del veicolo a causa di un cordolo.
Tesi rigettate dagli stessi carabinieri che, nei rapporti di servizio, avevano evidenziato l’assenza dei cordoli a bordo strada mentre il sole, in quel momento della giornata, era alle spalle rispetto alla direzione di marcia.
Alcuni testimoni, invece, avevano riferito di aver visto la vettura deviare lentamente verso destra, schivare appena la prima bicicletta prima di urtare quella condotta da Mario Monti.
Il ciclista seregnese viene ricordato da parenti e amici come un uomo buono, socievole e sempre disponibile. Dopo la scomparsa della moglie, dedicava tutto il proprio tempo ai figli e ai nipoti ma senza mai abbandonare la sua grande passione: la bicicletta da corsa.
«Era un uomo solare, socievole e sorridente con chiunque, tutti lo ricordano in sella alla sua amata bicicletta – commenta Fernando Rosa, responsabile della sede monzese di Giesse Risarcimento Danni, la società che ha assistito i familiari della vittima – Quella di Mario è l’ennesima perdita di un ciclista che si sarebbe potuta evitare, rispettando le regola basilari della circolazione stradale».
Articolo del “Giornale di Seregno“