Risarcimento errore medico Venezia

Il 4 febbraio 2018 i quotidiani La Nuova e Il Gazzettino pubblicano un articolo sulla morte di Lino Faggiani, morto a 62 anni per malasanità: i medici non hanno capito che aveva un aneurisma e lo hanno rimandato a casa dove è morto poche ore più tardi…

I familiari si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni di Portogruaro per ottenere il risarcimento dei danni patiti.

Errore medico: il paziente morì dopo la visita. L’Usl 4 deve risarcire la famiglia

 

Lino Faggiani, 62 anni, stava male ma al Pronto soccorso lo hanno rimandato a casa. Dopo poche ore il decesso: i medici non si erano accorti del distacco dell’aorta, bastava una Tac per evitare l’errore medico

 

Morto per un caso di malasanità, scatta il maxirisarcimento da centinaia di migliaia di euro per i familiari di Lino Faggiani, il 62enne morto nel gennaio 2012, dimesso frettolosamente dall’ospedale dopo un malore. Una Tac sarebbe stata sufficiente per riscontrare un aneurisma dissecante dell’aorta: c’erano l’80% di possibilità di salvarlo.

Le perizie hanno convinto il giudice del Tribunale di Venezia, Enrico Schiavon, a condannare in sede civile l’Usl 10 Veneto orientale, oggi Usl 4. Dalla direzione generale dell’azienda sanitaria si preferisce non commentare la sentenza.

I familiari, assistiti dalla Giesse risarcimento danni di Portogruaro, hanno ottenuto l’integrale risarcimento per l’errore commesso dalla struttura medica.

Lino Faggiani era un carrozziere in pensione residente a Concordia. Il 30 gennaio di 6 anni fa si era risvegliato al mattino accusando un forte dolore allo stomaco. Decise di recarsi al Pronto soccorso portogruarese, accompagnato dalla figlia Simonetta. I medici lo avevano sottoposto a diversi esami clinici fino a tarda sera, tra cui una visita cardiologica.

Dopo le 20 di quella giornata interminabile Faggiani lamentava condizioni di salute ancora peggiori. I medici lo avevano dimesso, consigliandogli di rivolgersi al medico di famiglia l’indomani. Una volta a casa morì.

«Mio marito bevve un po’ di tè», ha ricordato la vedova Loretta Diserò, «ma a letto continuava a rigirarsi e a lamentarsi. Alle 3 era seduto ai piedi del letto. Agitava le braccia per le forti convulsioni e poi perse conoscenza. Fu orribile. Chiamammo il mio genero e il Suem 118. Mio marito smise di respirare e perse la vita».

Il giudice nella sentenza sostiene che «non fu fatta diagnosi per colpevole negligenza e imprudenza; vennero sottovalutati i sintomi e si ipotizzò un problema soltanto cardiaco». Come in seguito accertarono i periti e i consulenti della famiglia, Faggiani al risveglio il 30 gennaio scorso non accusò alcun problema cardiaco, bensì il distacco dell’aorta.

«Sarebbe bastata una semplice Tac per riscontrare subito questo problema», hanno commentato Bruno Marusso e Ketty Tesolin della Giesse Risarcimento Danni di Portogruaro, «lo hanno dimostrato i nostri periti, analizzando diversi protocolli medici a livello internazionale, che in caso di sintomi come quelli manifestati da Lino Faggiani prescrivono, tassativamente, questo tipo di esame».

Questa storia deve servire da monito affinché non si ripeta. È il proposito della famiglia del deceduto: «Spero che simili tragedie», conclude Loretta Diserò, «non si verifichino mai più. Sarebbe bastato un semplice esame e Lino oggi sarebbe ancora vivo. Era un marito e un padre eccezionale e nonno di tre nipoti che lo adoravano».

Leggi l’articolo sul sito de La Nuova di Venezia e Mestre

Malasanità: aneurisma non diagnosticato, familiari risarciti

 

Artigiano 62enne morì poche ore dopo essere stato dimesso dal Pronto soccorso

 

Non si accorsero dell’aneurisma, dimettendo il paziente che morì di lì a poco, il Tribunale punisce l’Azienda sanitaria.  Il giudice civile di Venezia, Enrico Schiavon, ha condannato l’allora Ulss 10 a risarcire i familiari di Lino Faggiani, il 62enne di Concordia Sagittaria morto nel gennaio 2012, poche ore dopo essere stato dimesso dal Pronto soccorso di Portogruaro.

I familiari, assistiti da Giesse Risarcimento Danni di Portogruaro, specializzato in indennizzi in caso di incidenti e malasanità, hanno così ottenuto ristoro per l’errore commesso dalla struttura sanitaria.

È il 30 gennaio di 6 anni fa quando Faggiani, carrozziere in pensione da 7 anni, poco dopo il risveglio accusa un forte dolore al torace. Si reca subito in Pronto soccorso, accompagnato dalla figlia Simonetta.

Come in seguito hanno accertato i periti e il consulente tecnico nominati da Giesse dalla Procura, è stato colpito da aneurisma disseccante dell’aorta ascendente: una lacerazione alla più grande e importante arteria del corpo umano.

Non appena giunge in ospedale i medici lo sottopongono, fino a sera, a diversi esami, tra i quali una visita cardiologica. Dopo le 20 le condizioni sono peggiorate, Faggiani lamenta anche freddo e dice di stare sempre più male.

I medici però non individuano la grave complicanza e lo dimettono, consigliandogli dì rivolgersi al medico curante. «Non fu fatta diagnosi esatta – scrive in sentenza il giudice – perché, per negligenza ed imprudenza, vennero sottovalutati i sintomi e si ipotizzò un problema solo cardiaco».

«Sarebbe bastata una semplice Tac, esame di facile ed immediata esecuzione; per formulare una corretta e tempestiva diagnosi sottolineano il dott. Bruno Marusso e la dott.ssa Ketty Tesolin di Giesse – lo hanno dimostrato i nostri periti, analizzando protocolli medici a livello internazionale».

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