Belluno risarcimento anziano caduto in casa di riposo

Belluno: risarcimento ad anziano caduto in casa di riposo

Il 9 agosto 2016 il quotidiano Il Gazzettino di Belluno pubblica un articolo sulla sentenza per la morte di un anziano, caduto in sedia a rotelle su una rampa di scale della casa di riposo in cui veniva ospitato.
I familiari si sono affidati alla sede Giesse di Belluno per ottenere il risarcimento per la morte del familiare.

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Caduta mortale: ospizio stangato

Casa di riposo condannata a pagare quasi 500 mila euro ai famigliari e persino i funerali
È evidente che gli operatori avrebbero dovuto sorvegliare l’anziano. Non lascia dubbi la sentenza del giudice Umberto Giacomelli del Tribunale di Belluno sul caso del 94enne morto in Casa di riposo a Mel. G.D.C. avrebbe compiuto 95 anni alla fine dell’anno 2010, ma non ci arrivò mai.

L’uomo con demenza senile, assolutamente non autosufficiente e non in grado di muoversi morì il 18 settembre 2010 in ospedale a Feltre, dopo la tragica caduta dalle scale nella Casa di riposo di Mel. Ebbene per quella morte che innescò una causa civile dei famigliari il Tribunale ha condannato la Casa di riposo e quindi il Comune che la gestisce con la società partecipata al 100%.

Dovranno versare alla famiglia dell’anziano, che ha chiesto giustizia tramite Giesse società di risarcimento danni e responsabilità civile, quasi mezzo milione di euro. Il giudice li ha condannati persino a rifondere le spese del ·funerale per quasi 2 mila euro. «Avrebbero dovuto e potuto impiegare maggiore diligenza e prudenza nel vigilare l’anziano», si legge nella sentenza.

Il Comune, o meglio la società partecipata Essepiuno Servizi (già Ge.Mel srl) si è affidata agli avvocati Maurizio Paniz e Cristina Dalla Corte. Ha già presentato appello. «Il fatto – dice il sindaco di Mel, Stefano Cesa – si riferisce a una caduta accidentale. Abbiamo già fatto ricorso in Corte d’appello perché siamo consapevoli dell’assoluta non responsabilità della struttura, della società e del personale. Precisiamo inoltre che fin dall’inizio nel 2010 non è stata riconosciuta alcuna responsabilità penale. Nell’eventualità che i gradi successivi dovessero riconoscere questi importi comunque l’assicurazione dedicata sarà chiamata a intervenire».

Insomma i 500 mila euro non ricadranno sui cittadini. Il giudice ha sgombrato il campo anche da un possibile concorso di colpa del paziente che ha aperto il cancelletto ed è caduto: era affetto da demenza senile e non aveva quindi una «volontà libera e cosciente». Spettava al personale e alla struttura accertarsi che il 94enne, pur allacciato a una carrozzina, non si allontanasse dalla sala comune. Lo aveva fatto altre volte e aveva anche già aperto il cancelletto che proteggeva la rampa di scale.

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