Autobus investe pedone Belluno

Il 6 febbraio 2019 il quotidiano Il Gazzettino di Belluno ha pubblicato un articolo relativo alla versione fornita al giudice dal difensore dell’autista Dolomitibus che, in manovra schiacciò un piede con il bus a uno studente appena sceso dalla corriera: “il ragazzo ora sta bene, salta e si muove”.

I familiari si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni che smentisce: “il ragazzo ha subìto lesioni tali da paragonarle all’amputazione”.

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Corriera sul piede: “lesioni permanenti”

BELLUNO. Fa discutere quanto pronunciato in aula in apertura di processo all’autista Dolomitibus che, in manovra schiacciò un piede con bus a uno studente appena sceso dalla corriera.

Il difensore, avvocato Ernesto De Toni di Padova, chiedendo un rinvio aveva spiegato al giudice che il ragazzo ora sta bene, dicendo “salta e si muove”.

Giesse Risarcimento Danni, che assiste il giovane e i suoi familiari, precisa quanto segue: “Stentiamo ancora a credere alle parole attribuite all’avvocato De Toni. E’ di una evidenza lampante che un piede sul quale è passato sopra un autobus non possa guarire completamente”.

“Questo ragazzo – sottolinea Claudio Dal Borgo, responsabile della sede Giesse di Belluno – ha affrontato con grande coraggio e responsabilità sedici mesi tra ospedali, terapie dolorose e riabilitazione e, nel contempo, con suo grande merito, è riuscito a non perdere due anni scolastici, venendo promosso sia in quarta che in quinta superiore. Purtroppo le conseguenze dei pochi attimi in cui è avvenuto l’incidente si ripercuoteranno su di lui per sempre: le limitazioni nell’utilizzo del piede sono state giudicate paragonabili in tutto e per tutto a quelle di un’amputazione, altro che “…salta e si muove!”.

Grazie alle più moderne tecniche di ricostruzione del piede è stato salvato, tuttavia non potrà più nemmeno lontanamente essere utilizzato come prima: niente più attività sportive complete e anche solo camminare rappresenterà, per sempre, un problema.

“L’avvocato De Toni, che difende Dolomitibus – prosegue Giesse – può naturalmente utilizzare ogni strategia difensiva per tutelare al meglio il proprio cliente, come ad esempio aspettare la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legge delle lesioni stradali; ciò però non gli consente di mancare di rispetto ad un ragazzo che ha subìto delle lesioni gravissime”.

Leggi l’articolo sul sito de Il Gazzettino di Belluno

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