Investì runner a Pordenone: condanna e risarcimento

Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Pordenone. 

La notizia della condanna a due anni dell’anziano che, nel marzo 2022, investì e uccise una donna che stava correndo a Brugnera, in provincia di Pordenone, viene riportata nei quotidiani “Il Gazzettino“, “Messaggero Veneto“, “La Tribuna di Treviso“.

Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali, assiste la famiglia della donna.

Runner travolta e uccisa: due anni

L’automobilista patteggia per la morte di Francesca Manfè. Contestata la guida in stato di ebbrezza e revocata la patente

Francesca Manfè, maratoneta e triatleta originaria di Sacile, due figli di 10 e 15 anni, è morta il 3 marzo scorso travolta da un’automobile mentre si allenava in via Prata a Tamai.

Aveva 44 anni e abitava a Brugnera. Di omicidio stradale era chiamato a rispondere Carmelo Feltrin, 78 anni, al quale la Procura aveva contestato la recidiva della guida in stato di ebbrezza (1,08 grammi per litro il primo test; 0,94 il secondo).

La difesa, rappresentata dall’avvocato Alberto De Zan, ha concordato con la Procura un patteggiamento che ieri è stato definito davanti al gup Monica Biasutti.

All’automobilista, riconosciute le attenuanti generiche, è stata applicata una pena di due anni con il beneficio della sospensione condizionale. Revocata la patente di guida.

È stato riconosciuto un concorso di colpa, seppur limitato, da parte della vittima, che correva nello stesso senso di marcia dell’auto, quindi di spalle. La famiglia Manfè era rappresentata dalla Giesse Risarcimento Danni.

«La sofferenza dei familiari è ancora fortissima – hanno spiegato in una nota i responsabili di sede Debora Rallo e Luca Infanti – Francesca stava correndo sul ciglio erboso, a lato della strada, quindi in sicurezza. Fa rabbia pensare che se l’anziano non avesse bevuto, l’incidente forse non si sarebbe verificato».

Francesca Manfè lavorava come impiegata a Maron di Brugnera. Figlia di Bruno Manfè, una vita nella politica e poi nel sindacato della Uil pensionati, era un’atleta molto forte.

Nulla la fermava: maratone, gare di triathlon, scialpinismo, ferrate. Sposata, due figli che adorava, aveva gareggiato tra le fila dell’Atletica Edilmarket Friuli, poi era passata alla ReAction Triathlon di Pordenone e, infine, alla A3 Fotomeccanica Triathlon di Pederobba, con la cui maglia aveva affrontato i Mondiali di Triathlon di Nuzza, arrivando terza nella sua categoria.

Il 3 marzo si stava allenando quando, in via Prata, è stata travolta dalla Fiat Multipla di Feltrin. Fu caricata sul parabrezza e sbalzata per una decina di metri nel fossato adiacente la strada.

I soccorritori fecero il possibile per salvarla. Le manovre di rianimazione proseguirono per oltre una trentina di minuti. Si era anche accesa una piccola speranza, tanto che fu possibile trasportarla al pronto soccorso di Pordenone, dove purtroppo Francesca Manfè è deceduta.

L’investitore quel pomeriggio stava rientrando a casa a Pasiano. Non si dava pace per la tragedia: ha sempre detto di aver visto la vittima sbucare dalla stradina del cimitero di Tamai e di non essere riuscito a evitare l’impatto.

Articolo de “Il Gazzettino

Travolta e uccisa mentre fa jogging: l’investitore patteggia due anni

Al voltante di una Fiat multipla travolse la triatleta Francesca Manfè, 44 anni, di Brugnera, che correva sul ciglio della strada.

Carmelo Feltrin, 78 anni, pensionato di Pasiano, assistito dall’avvocato Alberto De Zan, ha patteggiato ieri due anni di reclusione, pena sospesa, per omicidio stradale con l’aggravante della guida in stato di ebbrezza (1,08 al primo alcoltest, 0,94 al secondo).

Il gup Giorgio Cozzarini ha concesso all’imputato le attenuanti generiche, nonostante la recidiva per guida in stato di ebbrezza, e gli ha revocato la patente, riducendo al minimo il concorso di colpa della vittima che, prima di essere investita, correva a lato della strada nello stesso senso di marcia dell’auto.

I familiari di Francesca Manfè, a seguito della tragedia, si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali.

Sposata con Marco Bianco Momesso, madre di due bambini e figlia dell’ex assessore comunale di Sacile Bruno, Francesca lavorava come impiegata a Maron di Brugnera.

Si era avvicinata al triathlon con passione, prima con la ReAction Triathlon di Pordenone e poi con l’A3 Fotomeccanica Triathlon di Pederobba (Treviso). La sua morte ha lasciato un’intera comunità nel dolore e la famiglia non si dà pace per quanto accaduto.

«La sofferenza dei familiari è ancora fortissima – spiegano Debora Rallo e Luca Infanti della sede di Giesse Risarcimento Danni a Pordenone – Francesca stava correndo sul ciglio erboso, a lato della strada, quindi in sicurezza. Fa rabbia pensare che se l’anziano non avesse bevuto (e non era la prima volta che veniva fermato alla guida dell’auto in stato di ebbrezza) l’incidente forse non si sarebbe verificato».

Interpellata, la difesa dell’imputato non ha rilasciato invece dichiarazioni. L’incidente risale allo scorso 3 marzo. Feltrin stava percorrendo in auto via Prata in località Tamai, a Brugnera, a bordo della sua Fiat Multipla.

Verso le 17, con un tasso alcolemico nel sangue superiore al consentito dal Codice della strada, non si accorse della podista e la travolse.

A seguito dell’impatto,, Francesca fu caricata sul parabrezza e poi scaraventata in avanti per oltre 10 metri, finendo esanime nel fossato di scolo delle acque piovane che corre parallelo alla strada.

Vani i soccorsi. Sul posto erano intervenuti, per i rilievi ed etilometro, i carabinieri della stazione di Fontanafredda.

Articolo del “Messaggero Veneto

Triatleta investita e uccisa: due anni all’imputato

Patteggiati due anni di reclusione (pena sospesa) per l’incidente stradale mortale del marzo scorso, a Tamai di Brugnera, non lontano dalla provincia di Treviso, in cui perse la vita la triatleta 44enne Francesca Manfè, tesserata per la A3 Fotomeccanica Triathlon di Pederobba.

Il giudice ha concesso le attenuanti generiche all’imputato, nonostante la recidiva per guida in stato di ebbrezza, e gli ha revocato la patente, riducendo al minimo il concorso di colpa della vittima che, prima di essere investita, correva a lato della strada nello stesso senso di marcia dell’auto.

La persona che ha patteggiato è C.F., 78 anni, residente nel comune di Pasiano di Pordenone. I familiari di Francesca Manfè, a seguito della tragedia, che all’epoca colpì molto tutta l’opinione pubblica a Nordest, si sono affidati a Giesse, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali.

L’incidente risale al 3 marzo scorso. L’imputato stava percorrendo via Prata in località Tamai, a Brugnera, a bordo della sua Fiat Multipla. È una strada molto tranquilla, magari un po’ stretta, e mette in collegamento Prata di Sotto, frazione di Prata di Pordenone, a Tamai e quindi a Brugnera, è una provinciale.

Verso le 17, con un tasso alcolemico nel sangue superiore al consentito dal Codice della strada, l’automobilista non si accorse di Francesca Manfè che correva sul ciglio erboso a destra della carreggiata.

A seguito dell’impatto, Franscesca fu caricata sul parabrezza e poi scaraventata in avanti per oltre 10 metri, finendo esanime nel fossato di scolo delle acque piovane che corre parallelo alla strada.

Vani furono i soccorsi. I carabinieri ripeterono l’alcol test due volte e l’esito fu sempre positivo: 1.08 grammi per litro alle 17.45; 0.94 grammi per litro alle 18.03.

Francesca lavorava come impiegata a Maron di Brugnera. Sposata, con due figli minorenni, era un’apprezzata atleta. Prima di tesserarsi per la società di Pederobba aveva gareggiato sotto le insegne della ReAction Pordenone.

Articolo de “La Tribuna di Treviso

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