Serve una seconda perizia. A richiederla al giudice, ieri mattina, è stato lo stesso pubblico ministero Alberto Primavera che già si era avvalso di un perito, l’ingegner Pierluigi Zamuner, per ricostruire l’incidente costato la vita a Claudio Dal Pont.
Il 30enne di Castion era morto a maggio del 2021 in uno schianto in moto a Lizzona di Ponte nelle Alpi. Il giovane, che lavorava come operaio alla Cafiero di Limana, aveva appena salutato il padre Dario, dicendogli che sarebbe andato a farsi un giro in moto.
Poi era salito sulla sua Yamaha 600 e era andato in direzione Fadalto, sulla statale 51 di Alemagna. All’incrocio con Vich ha trovato la morte in un incidente stradale che è ancora un rebus.
La dinamica è stata inizialmente sotto la lente degli agenti della polizia stradale che avevano sequestrato i 3 veicoli coinvolti e i cellulari.
La Procura aveva iscritto nel registro degli indagati un padovano 60enne che era alla guida dell’auto: un’Audi che avrebbe, sempre stando alla prima ricostruzione dei fatti, omesso la precedenza.
L’uomo, consigliato dal suo avvocato, ha scelto la strada del rito abbreviato ed è a questo punto che entra in scena la consulenza di Zamuner e la seconda perizia richiesta dallo stesso pubblico ministero.
Il 28 maggio l’ultimo saluto a Dal Pont in quella chiesa di Castion in cui Claudio avrebbe voluto sposare la sua Mara, la ragazza con cui conviveva da tempo.
«Era venuto a manifestarmi l’intenzione di concretizzare quello che avevano avviato – aveva raccontato il parroco di Castion, don Marco De March – Si volevano sposare e mi aveva chiesto cosa avrebbe dovuto fare per realizzare questo progetto».
Un sogno spezzato in quella tragedia. «Una cosa davvero triste – aveva concluso il parroco – una vita spezzata nel fiore degli anni». L’epilogo della vicenda, quindi, è ancora lontano così come è lontana la verità giudiziaria su quello che è accaduto nel maggio del 2021.
L’augurio della famiglia, che si è rivolta a Giesse risarcimenti, per ottenere giustizia è che si arrivi quanto prima a stabilire eventuali responsabilità.
Articolo de “Il Gazzettino“