Catanzaro risarcimento morte sul lavoro

Catanzaro: risarcimento danni infortunio sul lavoro mortale

Il 10 settembre 2016 Il Quotidiano del Sud pubblica un articolo sulla morte di Giuseppe Fabiano, il giovane operaio morto a soli 19 anni schiacciato da un trattore.
I familiari si sono affidati alla sede Giesse di Catanzaro per ottenere il risarcimento per la morte del familiare.

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Il PM tace sulla morte di Giuseppe

I genitori del diciannovenne rimasto schiacciato da un trattore invocano giustizia

Un incidente misterioso, tanti elementi che non tornano e l’estenuante silenzio della Procura, che dovrebbe aver già concluso le proprie indagini, invece resta in silenzio e pone il segreto istruttorio su tutti gli atti. È trascorso più di un anno dalla tragica morte di Giuseppe Fabiano, 19 anni, mentre Iavorava in contrada Pirivoglia e i familiari, assistiti sin dai primi momenti da Giesse Risarcimento Danni di Catanzaro, società specializzata in incidenti stradali e sul lavoro mortali, attendono ora giustizia.

Dalla Procura, che entro 6 mesi avrebbe dovuto concludere le indagini preliminari, o quanto meno chiederne una proroga; ancora nulla è stato reso noto. Da qui la decisione dei familiari di attivare, tramite l’avvocato Roberta Scozzafava, del Foro di Catanzaro, la procedure di avocazione, prevista dal Codice di procedura penale all’articolo 412, grazie aIla quale il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro può avocare a se le indagini prima assegnate al Pm dott. Paolo Petrolo.

“Un atto dovuto, per sbloccare una situazione diventata ormai inconcepibile – spiega l’avvocato Scozzafava – Nell’interesse della Giustizia, 1’ufficio di Procura, effettuati gli accertamenti necessari ad individuare le responsabilità di questa tragedia e d assumere determinazioni in ordine all’esercizio dell’azione penale deve seguire una tempistica ben scadenzata dalla legge: fasi temporali necessarie allo svolgimento delle Indagini preliminari e/o per l’eventuale richiesta di proroga delle stesse. Le nostre istanze e i successivi solleciti volti a capire lo status quo del procedimento, sono rimaste senza risposta, a volte rigettate, vedendoci negato l’accesso agli atti”.

Come riferito dai genitori, interrogati nei mesi scorsi anche dagli Ispettori del lavoro dello Spisal, il giovane Giuseppe aveva iniziato a lavorare per una ditta agricola locale nel settembre 2014, con ritmi forsennati, anche di 10 ore al giorno, per soli 25 euro di guadagno. La mattina dell’incidente la madre lo aveva accompagnato sul luogo di lavoro alle 4.50 e alle 5 era iniziata quella che doveva essere una normale giornata di lavoro. Soltanto due ore più tardi la tragedia, tuttora dai contorni molto ambigui: si sa soltanto, in base ai rilievi condotti dai carabinieri di Chiaravalle, che Giuseppe stava viaggiando su un trattore guidatoda L.S. quando, per motivi ignoti, sarebbe caduto sbattendo violentemente sull’asfalto.

Eppure i segni rilevati sul corpo parlerebbero di ben altro: traumi da schiacciamento, probabilmente da parte di una delle ruote del trattore. All’arrivo dei carabinieri il mezzo era però stato già riportato a casa dai proprietari e i militari non avevano potuto far altro che constatare la mancanza di danni. «Chiediamo che venga fatta giustizia per questa famiglia e che venga fatta luce su tutti gli aspetti di questa tragica vicenda – conclude Andrea Rubini, responsabile della sede di Catanzaro di Giesse Risarcimento Danni – Confidiamo che il Procuratore Generale possa sbloccare questa situazione, che non fa che prolungare e rendere ancor più pesante il dolore dei familiari di Giuseppe”.

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