Sarebbe bastato mettere le sponde al letto per evitare che la paziente, anziana e non autosufficiente, cadesse a terra, riportando ferite al capo che poche ore dopo si sarebbero rivelate fatali.
Questa, in estrema sintesi, la motivazione con cui il Tribunale ordinario di Bolzano (seconda sezione civile) ha condannato l’azienda ospedaliera bolzanina a risarcire i familiari di una donna di 80 anni che nel novembre 2014, durante il ricovero in ospedale, cadde dal letto riportando un trauma cranico che ne provocò la morte in poche ore.
Trascorsi ormai i giorni a disposizione dell’Asl per un eventuale ricorso, la sentenza è diventata definitiva e non più impugnabile.
«Giustizia è stata fatta – commenta Maurizio Cibien, responsabile di Giesse Risarcimento Danni per le Province di Trento e di Bolzano – A distanza di otto anni dall’incidente, il Tribunale ha confermato la colposa sottovalutazione del rischio caduta e la colposa omissione della predisposizione delle misure di contenimento da parte dell’azienda sanitaria. In altre parole: se il letto avesse avuto le sponde, l’anziana non sarebbe caduta e quindi morta».
I familiari della donna si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni che, grazie allo studio legale Burchia, hanno ricostruito l’intera vicenda ed evidenziato le responsabilità dell’Asl.
Il giudice, infatti, ha accolto le conclusioni della consulenza di parte del dottor Francesco Pravato, nominato da Giesse, individuando alcuni fatti incontrovertibili, provati da documenti mai contestati dall’azienda sanitaria:
il 19 novembre 2014, a causa di “addome teso”, l’anziana viene ricoverata in Geriatria all’ospedale di Bolzano; alle 2 di notte del primo dicembre cade dal letto e sbatte la testa; il personale dell’ospedale accorre nella sua stanza e le somministra un antidolorifico; l’88enne peggiora rapidamente e viene sottoposta a tac. Alle 10.15 del mattino, la donna muore.
«Risulta provato che il letto fosse privo di spondine di sicurezza – continua Maurizio Cibien, di Giesse Risarcimento Danni – Una circostanza inspiegabile: la donna, infatti, era disorientata, priva di gambe e affetta da gravi disturbi alla vista.
Com’è possibile che non abbiano pensato di proteggerla fissando delle sponde ai lati del letto? Alla fine, la nostra tesi è stata accolta integralmente: il decesso dell’anziana è stato causato dal trauma cranico riportato a seguito della caduta».
Nella sentenza si legge che «tale evenienza era oggettivamente prevedibile e, come tale, evitabile predisponendo le adeguate ed opportune cautele». Per questo motivo, il giudice ha condannato l’azienda sanitaria di Bolzano a un risarcimento di quasi 135mila euro a favore dei tre figli dell’anziana.
«Al di là dell’ovvia precisazione che nessuna cifra può mai dirsi davvero risarcitoria per il dolore provocato dalla perdita di un proprio caro, abbiamo ottenuto un risultato che, professionalmente, ci soddisfa – conclude Maurizio Cibien, di Giesse Risarcimento Danni – infatti, se da un lato il tribunale ha liquidato degli importi tenendo anche conto dell’età avanzata e delle precarie condizioni di salute della donna, dall’altro ha messo nero su bianco un fatto incontrovertibile: il decesso è stato conseguenza immediata e diretta della caduta dal letto privo di sponde. Ora confidiamo che il risarcimento arrivi nei termini previsti».
Articolo dell’Alto Adige