Il progetto fotografico “Nessuno escluso”

Il progetto fotografico “Nessuno escluso”

Il racconto di Christian Tasso, fotografo e ideatore del progetto


Un progetto, due genesi

Il progetto “Nessuno Escluso” ha due genesi, la prima nel 2009 quando sono andato a lavorare, proprio sul tema della disabilità, nei campi profughi Saharawi in Sahara Occidentale e la seconda nel 2014 quando ho incontrato Nicola Barchet, presidente di Giesse Risarcimento Danni sostenitrice del progetto. Mentre gli mostravo le mie fotografie, frutto del lavoro che avevo realizzato nel deserto, lui mi disse che era importante combattere gli stereotipi legati al mondo della disabilità.

Così ho iniziato a studiare e ho compreso che le storie delle persone con disabilità vengono raccontate sempre in due maniere diverse. La prima è quella pietistica che vede le persone con disabilità al centro di attenzioni mediche, la seconda invece è quella dei supereroi, di persone che superano difficoltà e ostacoli che la società neppure si aspetta da loro.

Quando parliamo di disabilità, parliamo del quindici per cento della popolazione mondiale, un miliardo di persone nel mondo; non tutti sono supereroi, non tutti sono vittime, ma tutti soffrono degli stereotipi generati da una comunicazione erronea.



La disabilità è una delle caratteristiche della persona, non la più importante.

Ho sviluppato un metodo che consiste nel coinvolgere i protagonisti delle mie fotografie e chiedere loro di scegliere liberamente come e dove essere fotografati. Ho scattato fotografie di persone rappresentate nella loro quotidianità: con i familiari, con gli amici, a casa o al lavoro.

Se ero partito con l’idea di voler cercare storie di persone con disabilità in tutto il mondo, lungo il percorso ho scoperto un’inaspettata bellezza nella normalità delle storie delle persone che ho immortalato.

Con questo progetto ho voluto sfidare la percezione scontata che spesso abbiamo delle cose. Quando si parla di disabilità, tutti noi ci concentriamo sulle caratteristiche che la evidenziano, quelle caratteristiche che rendono la persona, oggetto della nostra attenzione, diversa.

Io ho cercato di fare l’opposto, senza forzare la mano, senza negare la disabilità, ma mettendo ogni persona con le sue caratteristiche al primo posto. Ogni persona valorizzata dalla possibilità di darci, attraverso uno scatto, una visione di sé lontana dagli stereotipi che molto spesso si trasformano in filtri dai quali è difficile liberarsi.

Molto più di un progetto fotografico

Per realizzare questo progetto ho lavorato con le più grandi organizzazioni mondiali che si occupano della tematica, ho utilizzato la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità come filtro di lettura. Il 3 dicembre 2018 il progetto è stato presentato con una mostra al palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, è stato un grande evento durante il quale abbiamo potuto trasmettere il messaggio principale che sta dietro a questo lavoro e cioè che la diversità è la più grande ricchezza che l’essere umano ha. Una società che è in grado di includere tutti i suoi membri valorizzando le loro diversità è una società migliore, per tutti.

Nessuno è escluso agli occhi di chi sa guardare. Nessuno è escluso laddove avrà il suo ruolo nella comunità.

Questo non è solo un progetto fotografico, è molto di più: con esso vogliamo avanzare verso l’inclusione anche attraverso la comunicazione.

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