Ucciso da auto pirata: risarcimento incidente moto Parma

Risarcimento morte incidente in moto

Il 26 aprile 2013 «La Gazzetta di Parma» pubblica un articolo sul risarcimento morte incidente in moto ottenuto, affidandosi alla sede Giesse di Parma, dalla famiglia di Achref Dridi, operaio di 27 anni travolto da un’auto pirata la notte del 6 ottobre 2011 mentre tornava a casa in motorino dopo un turno di lavoro.

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Ucciso da un’auto pirata: famiglia risarcita

Si è conclusa con il risarcimento dei familiari la triste vicenda di Achref Dridi, l’operaio di 27 anni di origini tunisine travolto la notte del 6 ottobre 2011, lungo l’Asolana, da un’auto pirata. I familiari si sono rivolti a una società di risarcimento danni, la Giesse Gestione Sinistri di Lemignano di Collecchio, che ha ottenuto per loro un cospicuo risarcimento incidente mortale (la famiglia ha preferito non rendere nota l’entità della cifra).
 
«La trattativa con la compagnia assicuratrice è stata conclusa in fase stragiudiziale – spiega Paolo Notari, responsabile della Giesse – C’è stata tantissima sofferenza: Achref aveva un rapporto molto stretto con i suoi cari rimasti in Tunisia. Già il distacco per la partenza verso l’Italia era stato doloroso, dopo anni di studio intensivo dell’italiano e il sogno di trovare qui da noi un lavoro dignitoso. Il tragico incidente mortale, poi, ha segnato per sempre questa sfortunata famiglia».
 
La notte dello schianto Achref rientrava in sella al suo motorino lungo l’Asolana, dopo un turno di lavoro all’Amadori di San Polo. All’altezza del distributore Tamoil venne tamponato dall’auto guidata da Andrea Cugini, un elettricista di 31 anni di Colorno. L’urto, violentissimo, scagliò Achref a 75 metri di distanza, sull’asfalto, dove per un grave politrauma morì ancor prima dell’arrivo dei soccorsi. L’investitore nel frattempo fuggì, lasciando a terra però la targa anteriore dell’auto, persa nell’urto. Ci  vollero pochi minuti, così, ai carabinieri di Colorno, per identificarlo e andare a bussargli direttamente a casa.
 
Prima di finire in carcere il 31enne venne sottoposto in ospedale a esami alcolemici e tossicologici, risultando positivo a entrambi con un tasso di 900 milligrammi di cocaina e 1,91 grammi di alcol nel sangue. Dichiarò poi ai carabinieri di aver assunto entrambe le sostanze «56 ore prima dell’incidente».
Nell’arco di pochi giorni venne infine processato per direttissima e patteggiò due anni di reclusione, pena sospesa, con revoca della patente. Una sentenza che ha gettato ancor più nello sconforto i familiari in Tunisia, dove il corpo di Achref è stato poi rimpatriato e sepolto.

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