Risarcimento danni incidente mortale: schianto dopo la discoteca

Risarcimento danni incidente stradale mortale

Il 7 maggio 2013 «La Tribuna»,il «Corriere del Veneto»e «Il Gazzettino» di Treviso pubblicano un articolo sul patteggiamento del giovane automobilista che alla guida di una Lancia Musa, all’alba del 12 agosto 2012, ha provocato lo schianto in cui è morta a soli 18 anni Nicole Bergamo. Il padre si è affidato alla sede di Belluno di Giesse per ottenere il risarcimento morte incidente stradale.

La Tribuna di Treviso

Morte di Nicole, l’amico patteggia 12 mesi

Un 19enne di Mareno perse il controllo della Lancia Musa tornando dalla discoteca: vittima la ragazza di S. Vendemiano

Ha patteggiato un anno per l’omicidio colposo e un mese di arresto e mille euro di ammenda per la guida in stato di ebbrezza M.D.A., il 19enne di Mareno di Piave che il 12 agosto dell’anno scorso provocò, a Jesolo, il terribile incidente che costò la vita alla 18enne Nicole Bergamo di San Vendemiano. I difensori del ragazzo, gli avvocati Benedetta Collerone Russo e Angelo Di Dio, hanno infatti raggiunto l’accordo con il pubblico ministero di Venezia Paola Mossa e il giudice Alberto Scaramuzza ha letto nella tarda mattinata di ieri la sentenza.

L’incidente avvenne all’alba del 12 agosto scorso, a poche centinaia di metri dalla discoteca «Il Muretto» di Jesolo. È qui che Nicole, assieme a quattro amiche del cuore, aveva affittato un appartamento per una settimana di vacanze. Giunto il sabato sera tutte assieme erano andate a ballare accompagnate da due amici in auto. Una nottata di gran divertimento, poi da poco passate le 6.30 tutti assieme decisero di fare uno spuntino prima di tornare in appartamento dirigendosi così verso una paninoteca. Per non fare due viaggi salirono tutti e sette in auto, ma percorsi soltanto 500 metri in via Romea Destra, l’auto cominciò a compiere lunghe sbandate a zig zag.

Una delle ragazze sopravvissute all’incidente testimoniò in seguito agli agenti della polizia locale che si trattò di uno scherzo da parte del 18enne alla guida – con la patente da appena 15 giorni – prontamente ripreso da tutte le ragazze a bordo. Non fecero neppure in tempo a finire la frase, però, che l’auto finì con due ruote sul prato oltre il margine della carreggiata. Il giovane alla guida ne perse il controllo, la Lancia Musa derapò sul posteriore e subito dopo si capottò contro un albero nel fossato.

Nelle indagini portate avanti dalla magistratura è in seguito emerso, tramite una perizia tecnica richiesta dal pm Mossa all’ingegner Mario Piacenti, che «l’incidente trovò causa esclusiva nel comportamento dell’indagato, il quale per cause in prima analisi legate allo stato psicofisico rilevato – dopo l’incidente risultò positivo all’alcol test con 1 grammo di alcol per litro nel sangue – e al comportamento tenuto di imperizia e imprudenza, perdeva il controllo della propria vettura che si trovava a marciare a circa 70km/h, non riuscendo a mantenerla in carreggiata una volta innescato volontariamente una sequenza di scarti da destra a sinistra, e viceversa, messi in atto per diletto al fine di percorrere un tratto di strada zigzagando».

I legali dell’imputato hanno invece presentato una consulenza nella quale risulterebbe che l’auto abbia avuto improvvisamente un problema a uno pneumatico a causa di un chiodo. Dopo l’incidente il padre, la sorella e la nonna di Nicole si sono affidati a una società specializzata in risarcimento danni, la Giesse Gestione Sinistri di Conegliano, che ha chiuso in via stragiudiziale le procedure risarcitorie ancor prima dell’avvio del processo.

Il Gazzettino

Folle gioco con l’auto: così è morta Nicole

Ha ottenuto il patteggiamento M. D.A., il diciannovenne di Mareno di Piave che il 12 agosto del 2012 si trovava al volante della vettura che finì fuori strada in via Roma destra, a Jesolo, provocando la morte di una ragazza di appena 18 anni, Nicole Bergamo, originaria di Ponte nelle Alpi e residente a San Vendemiano. Il giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Alberto Scaramuzza, ha applicato al giovane 13 mesi di reclusione (pena sospesa) oltre a 1.100 euro di ammenda e 3 anni di sospensione della patente di guida per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.

L’incidente si verificò alle 6.50 di domenica mattina, a poca distanza dalla discoteca il Muretto, dove i giovani avevano trascorso una serata in compagnia. Nell’auto guidata da D.A. che aveva la patente da appena 15 giorni erano saliti in sette, due in più rispetto al massimo consentito: gli amici si stavano recando verso una paninoteca per uno spuntino e volevano evitare di fare due viaggi.

Al conducente fu riscontrato un tasso alcolico di 0,9 grammi per litro (a fronte di un limite consentito di 0,5). Secondo i difensori dell’imputato, gli avvocati Benedetta Collerone Russo e Angelo Di Dio, la pena è congrua alla luce di una consulenza tecnica di parte secondo la quale l’incidente si verificò per cause non prevedibili e non evitabili, ovvero la foratura di un pneumatico. La perizia chiesta dal pm Paola Mossa ha invece concluso che la responsabilità è di D.A., il quale avrebbe perso il controllo della vettura dopo essersi messo a percorrere la strada zigzagando.

Una delle ragazze che si trovavano a bordo ha raccontato alla polizia locale che si trattò di uno scherzo del conducente, di fronte al quale tutti i passeggeri urlarono di smetterla. L’auto, però, finì con due ruote sul prato oltre il margine della carreggiata: la Lancia Musa derapò sul posteriore e si cappottò contro un albero, nel fossato. Padre, sorella e nonna della diciottenne si sono affidati ad una società specializzata in risarcimento danni, la Giesse Gestione sinistri di Conegliano, che ha chiuso in via stragiudiziale le procedure risarcitorie prima del processo.

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